Antico Egitto, sfatati i falsi miti sulla costruzione delle Piramidi | Sono frutto di un’opera ingegneristica che fa invidia ai costruttori moderni

Le Piramidi (Pixabay foto) - www.buildingcue.it
Svelati nuovi indizi sull’ingegnosità egizia che riscrivono ciò che credevamo di sapere, tramite un’antica tecnologia.
L’Antico Egitto ha qualcosa di magnetico. Non importa quante volte se ne parli: ogni volta sembra di scoprire qualcosa di nuovo. E le piramidi, beh, sono il simbolo perfetto di tutto questo fascino. Queste costruzioni colossali non sono solo antiche tombe, ma vere e proprie meraviglie architettoniche. Dietro i loro profili geometrici si nascondono storie, misteri e – pare – ingegnosità fuori dal comune.
Col tempo, però, sono nate un sacco di teorie più o meno fantasiose. Alcune decisamente fuori rotta. Tipo quella delle civiltà aliene (sì, ancora oggi c’è chi ci crede). Queste versioni alternative hanno preso piede perché, in effetti, è difficile immaginare come, migliaia di anni fa, siano riusciti a sollevare blocchi di pietra da tonnellate. Però… forse la spiegazione è più terrena di quanto si pensasse.
A quanto pare, gli Egizi erano più avanti di quanto li abbiamo immaginati finora. Non solo maestri di riti e simbologie, ma anche osservatori attenti del mondo naturale, capaci di trarne soluzioni geniali. Le tecniche che utilizzavano erano frutto di sperimentazione, pratica e conoscenza… e non per forza complicate o misteriose.
Una cosa è certa: l’acqua, per loro, non serviva solo per irrigare i campi. Era parte integrante del loro modo di costruire, vivere e dominare il territorio. Proprio da questo rapporto strettissimo con il Nilo e i suoi canali nasce una teoria che potrebbe cambiare parecchie cose.
Un’intuizione che potrebbe riscrivere i libri di storia
Un team di ricercatori, guidato da Xavier Landreau dell’Istituto Paleotecnico CEA in Francia, ha portato avanti uno studio davvero interessante. Secondo quanto emerso, la piramide a gradoni di Djoser – sì, quella vecchia di 4.500 anni – potrebbe essere stata costruita grazie a un ingegnoso sistema idraulico. E no, non parliamo di rampe o leve stavolta.
Pare che dentro la struttura ci fossero due pozzi collegati a canali d’acqua. L’acqua veniva fatta fluire all’interno e, grazie a un sistema di galleggianti, riusciva a sollevare i pesanti blocchi di pietra. Un po’ come un enorme ascensore ad acqua, per capirci. Questo meccanismo avrebbe permesso di costruire la piramide dal centro verso l’alto, con precisione e meno fatica rispetto ai metodi tradizionali. Ma c’è di più.
Una struttura dimenticata e l’acqua che muoveva tutto
Secondo lo studio, riportato da corrieredellosport.it, nei pressi della piramide c’è una struttura chiamata Gisr el-Mudir. Fino a ieri sembrava un recinto misterioso, ma ora si ipotizza che fosse una sorta di diga, usata per raccogliere acqua e sedimenti. Vicino, sono stati individuati anche dei compartimenti scavati nella terra – tipo vasche – che servivano per filtrare l’acqua. Non male, eh?
Da lì, l’acqua scorreva dentro la piramide, seguendo un percorso preciso e pressurizzato. Il flusso permetteva di sollevare i blocchi attraverso un condotto interno, come se fosse una costruzione “a vulcano”, dal centro verso l’alto. Sì, è una teoria. E sì, servono ancora delle conferme. Ma se fosse tutto vero, significherebbe che gli Egizi avevano capito come sfruttare l’acqua in modo così avanzato… che oggi ci sembrerebbe quasi fantascienza.