Piramidi, risolto un mistero che durava da oltre un secolo | Costruite senza sforzo: hanno scoperto la presenza di un fiume enorme

Illustrazione delle piramidi (Canva FOTO) - buildingcue.it
Il mistero che avvolgeva le piramidi è stato risolto, e il risultato è che le piramidi sono state costruite in un modo “semplice”.
Le piramidi sono tra le strutture più affascinanti e misteriose dell’antichità. Costruite come monumenti funerari, avevano il compito di accompagnare i sovrani defunti verso l’aldilà, custodendo al loro interno tesori, simboli religiosi e talvolta mummie reali.
La forma piramidale non è casuale: simboleggiava il collegamento tra la terra e il cielo, con la punta rivolta verso il sole. La più celebre è la Grande Piramide di Giza, in Egitto, costruita oltre 4.500 anni fa per il faraone Cheope. È l’unica delle Sette Meraviglie del mondo antico ancora esistente.
Ma le piramidi non sono solo egiziane. Strutture simili si trovano in America Centrale, costruite dai Maya e dagli Aztechi, spesso a gradoni e utilizzate anche per riti religiosi e sacrifici.
Nonostante secoli di studi, molte domande restano aperte: come furono trasportati i blocchi di pietra? In realtà ora c’è una spiegazione che permette di capire come sono state costruite.
Un tassello mancante
Le piramidi, diciamolo, sono uno di quei misteri che non stancano mai. Anche chi non è appassionato d’Egitto finisce, prima o poi, per chiedersi: ma come diavolo hanno fatto a costruirle? Blocchi enormi, pesantissimi, disposti con una precisione che fa invidia perfino agli ingegneri moderni. E il tutto oltre 4.000 anni fa.
Negli anni, le teorie sono fioccate: rampe esterne chilometriche, sistemi di leve, piani inclinati, addirittura corridoi interni usati come binari. Ma nessuna ipotesi ha mai davvero convinto tutti. Mancava sempre qualcosa, un tassello che rendesse il quadro più… credibile. E adesso, forse, quel tassello è finalmente saltato fuori. Ed è legato al fiume Nilo.
Una scoperta incredibile
Come riportato da Passione Astronomia, la chiave di volta potrebbe essere stata l’acqua. Sì, proprio così. Pare che gli egizi abbiano sfruttato antichi fiumi sepolti, o meglio canali e bracci secondari del Nilo, oggi scomparsi o nascosti sotto la sabbia, per facilitare il trasporto dei blocchi. In pratica, l’idea è che buona parte dei 31 siti piramidali analizzati sorga lungo questi antichi corsi d’acqua, che avrebbero reso molto più semplice spostare le pietre usando imbarcazioni o zattere costruite appositamente.
Il concetto, in fondo, non è nuovo, ma finora mancavano prove geologiche solide. Gli studiosi della Carolina del Nord hanno incrociato dati da radar, carotaggi e immagini satellitari per ricostruire la topografia dell’epoca. E ciò che emerge è un paesaggio molto diverso da quello attuale: un labirinto di vie d’acqua che scorrevano proprio dove serviva.