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Ti fanno passare la voglia di mettere il condizionatore in casa | Se vivi in un condominio occhio a queste regole: rischi di doverlo togliere e morire di caldo

Illustrazione di un climatizzatore (Canva FOTO) - buildingcue.it

Illustrazione di un climatizzatore (Canva FOTO) - buildingcue.it

Azionare il climatizzatore, in questo periodo è d’obbligo. Eppure, in certe situazioni, ti fanno letteralmente passare la voglia di metterlo.

Il condizionatore è ormai un elemento quasi indispensabile nelle case moderne, soprattutto nei mesi estivi. Con il clima che cambia e le temperature sempre più estreme, garantisce un livello di comfort difficile da ottenere con altri sistemi.

Non serve solo a rinfrescare, ma in molti casi anche a riscaldare, se dotato di pompa di calore. È un investimento che si fa sentire subito, ma che nel tempo può ripagare, sia in termini di benessere che di risparmio energetico.

I modelli più recenti, soprattutto quelli con tecnologia inverter, riescono a modulare la potenza in base alla temperatura ambiente. Questo significa meno sprechi, bollette più leggere e una maggiore durata dell’apparecchio.

La scelta della classe energetica è cruciale: meglio puntare su A+ o superiori, altrimenti il dispendio, sia energetico che economico, sarà davvero alto. E in generale tutte le spese!

Sembra una sciocchezza, eppure…

A prima vista, far scaricare il tubo del condizionatore sul balcone sembra una soluzione rapida, comoda, quasi ovvia. Nessun intervento complicato, nessuna canalina in giro per casa. Ma è proprio qui che scatta il problema: anche se è un gesto semplice, può infrangere delle regole precise. Quello che molti ignorano è che il condizionatore, e in particolare il modo in cui viene fatto scolare, può andare a toccare il tema del decoro architettonico del palazzo. 

Come riportato da Mister Gadget, il tubo della condensa che gocciola sul balcone sottostante, oppure che sporge in modo vistoso, può trasformarsi in una fonte di fastidi per chi abita sotto o accanto. Non solo disturbo, ma anche danno. Secondo la legge, infatti, se l’acqua finisce su spazi comuni o su parti di altri appartamenti, si rischia una vera contestazione. Non si tratta solo di buon senso, ma proprio di norme che regolano l’uso delle parti comuni e il rispetto degli altri condomini, come previsto dall’articolo 1102 del Codice Civile.

Illustrazione di un climatizzatore (Canva FOTO) - buildingcue.it
Illustrazione di un climatizzatore (Canva FOTO) – buildingcue.it

Norme, regole e brutte sorprese

Come riportato da Mister Gadget, in certi casi questo tipo di installazione può persino configurare un illecito. Ad esempio, se il tubo perde acqua in modo incontrollato, e questa finisce regolarmente sul balcone del vicino, si rischia di incorrere in sanzioni, o peggio in una causa civile. È successo più volte: chi installa “a occhio” finisce poi per dover rimuovere tutto, o risarcire danni. E attenzione: anche il solo impatto visivo può essere oggetto di contestazione.

Per evitare complicazioni, è sempre meglio fare le cose per bene. Questo significa progettare uno scarico regolare, magari collegato a un pluviale o a una canalizzazione interna, in modo che non ci siano fuoriuscite. Serve anche controllare le distanze minime previste tra l’unità esterna e le finestre o i balconi altrui: si parla di almeno 1,5–3 metri di distanza.