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Dopo 14.000 anni riemergono dal ghiaccio siberiano due cuccioli di un animale spietato | Avevano ancora il loro pranzo nello stomaco

Permafrost

Scoperta inaspettata dal permafrost (Canva foto) - www.buildingcue.it

Dal cuore gelato della Siberia riemergono due cuccioli preistorici con dettagli che lasciano senza fiato: scopri di più.

Nel silenzio millenario del permafrost siberiano, qualcosa si è risvegliato. Tra sedimenti ghiacciati e resti di un’epoca lontanissima, sono tornati alla luce due piccoli predatori, congelati nel tempo con un livello di conservazione che ha sorpreso anche gli scienziati più esperti.

Il paesaggio che li circondava era dominato da woolly mammoth e rinoceronti lanosi, un’epoca in cui l’uomo cominciava appena a mettere radici nell’estremo nord. In questo scenario ostile e affascinante, i due esemplari si aggiravano probabilmente tra le tane scavate nella terra gelata, a pochi passi dalle prime forme di insediamento umano.

Ciò che colpisce non è solo la loro comparsa, ma lo stato eccezionale in cui sono stati ritrovati: pelliccia intatta, lineamenti riconoscibili e perfino i resti dell’ultimo pasto ancora presenti. Tutto sembra sospeso, come se il tempo avesse voluto proteggerli, lasciando un messaggio perfetto per il futuro.

Ma chi erano davvero questi cuccioli? A lungo si è pensato potessero appartenere a una delle prime razze canine addomesticate. L’ipotesi sembrava affascinante: piccoli cani dell’Età del Ghiaccio, forse legati a tribù umane, conservati accanto a ossa di mammut seghettate e bruciate.

Una scoperta che cambia la storia naturale

E invece la verità è ancora più sorprendente: si trattava di due cuccioli di lupo, sorelle nate circa 14.000 anni fa, parte di una popolazione oggi estinta. Il loro DNA non ha legami con i cani moderni, né con i lupi attuali. Come riportato da The Sun, è stato il team guidato da Anne Kathrine Runge dell’Università di York ad analizzarne i resti e svelare questa connessione genetica inedita.

Non solo erano intatte, ma avevano ancora nello stomaco frammenti di carne di rinoceronte lanoso e piume di una ballerina bianca, a testimonianza di una dieta ricca e variegata. Gli scienziati ipotizzano che i cuccioli possano essere morti improvvisamente, forse per il crollo della tana, senza alcun segno di ferite o predazione. Anche se trovati vicino a resti lavorati da esseri umani, non ci sono prove che fossero addomesticati.

Permafrost
Permafrost dall’alto (Canva foto) – www.buildingcue.it

L’ultima traccia di un mondo perduto

Il ritrovamento, avvenuto nel 2011 e 2015 nella regione di Tumat, offre una finestra eccezionale sull’Era Glaciale e sui comportamenti dei grandi carnivori dell’epoca. I due cuccioli, probabilmente di appena due mesi, vivevano in un ecosistema condiviso con gli uomini, ma senza alcun rapporto diretto. I dati genetici suggeriscono che potessero far parte di una cucciolata più ampia, i cui altri membri potrebbero ancora trovarsi nascosti nel ghiaccio.

Questa scoperta contribuisce in modo determinante alla ricostruzione dell’evoluzione dei lupi e alla comprensione del loro comportamento sociale nel Pleistocene. La perfetta conservazione dei corpi permette ora agli studiosi di approfondire non solo le caratteristiche fisiche ma anche la dieta, l’ambiente e la possibile causa della morte, offrendo un raro sguardo su un mondo ormai scomparso, ma ancora capace di raccontare la sua storia.