Addio caldo estivo, tutti dovrebbero prendere spunto quando costruiscono | Le antiche popolazioni sapevano già tutto: stavano freschi anche a 50°

Illustrazione di un termometro (Canva FOTO) - buildingcue.it
Il caldo è diventato insopportabile, eppure esistono dei piccoli trucchetti (molto antichi) che potrebbero aiutare tantissimo.
Il caldo estremo è un fenomeno sempre più frequente a causa dei cambiamenti climatici. Non si tratta solo di giornate afose e scomode, ma di vere e proprie ondate di calore che possono mettere in pericolo la salute, soprattutto per anziani, bambini e persone con malattie croniche.
Quando le temperature superano certi limiti, il corpo fatica a mantenere la sua temperatura interna stabile. Questo può portare a disidratazione, colpi di calore, cali di pressione o problemi respiratori. In estate, i ricoveri ospedalieri per queste cause aumentano sensibilmente.
Anche l’ambiente urbano ne risente: l’asfalto e il cemento trattengono il calore, creando le cosiddette “isole di calore” che rendono le città ancora più torride. A livello agricolo, invece, il caldo intenso può ridurre i raccolti, aumentare il consumo d’acqua e danneggiare gli ecosistemi.
Per affrontare il caldo in modo sicuro, servono comportamenti semplici ma fondamentali: bere spesso, evitare l’attività fisica nelle ore più calde, proteggersi con abiti leggeri e stare in luoghi freschi. Ma sul lungo termine, è indispensabile anche un impegno collettivo nella lotta al riscaldamento globale.
Come combattevano il caldo
Immaginare l’Egitto di tremila anni fa fa subito pensare a sabbia, sole implacabile e costruzioni imponenti. Eppure, anche senza condizionatori o ventilatori, gli abitanti dell’epoca riuscivano a difendersi dal caldo torrido. Non lo facevano con magie o tecnologie moderne, ma con un’idea tanto semplice quanto efficace, legata ai materiali e al vento.
Secondo quanto riportato da Melodicamente, sfruttavano l’evaporazione dell’acqua per raffreddare gli ambienti. Usavano mattoni porosi o blocchi di pietra inumiditi, posizionati strategicamente vicino alle aperture da cui passava l’aria. L’acqua, evaporando lentamente, abbassava la temperatura dell’aria che circolava, creando una sorta di “clima fresco” naturale, anche con 40 gradi all’esterno (Fonte: melodicamente.com),
Un’idea antica che parla al presente
Questo principio, che oggi verrebbe chiamato “raffrescamento evaporativo passivo”, era alla portata di tutti: non servivano energia elettrica, filtri o impianti sofisticati. Bastava l’aria calda del deserto e un po’ d’acqua, con un tocco d’ingegno. E il bello è che non solo funzionava, ma si trattava anche di una soluzione sostenibile, zero emissioni (Fonte: Melodicamente).
Oggi alcune architetture moderne, soprattutto in zone aride, stanno riscoprendo proprio questi trucchi antichi. Pareti costruite con materiali traspiranti, fontane pensate non per bellezza ma per abbassare il calore ambientale, e costruzioni che “respirano” grazie all’evaporazione. Un segnale interessante: in fondo, anche per affrontare il cambiamento climatico, a volte conviene rispolverare la saggezza di chi c’era molto prima (Fonte: melodicamente.com).