Tra Palermo e Messina hanno trovato qualcosa di gigantesco | Himera: la necropoli più grande dell’isola

In Sicilia una necropoli pazzesca (Wikimedia Commons) - www.buildingcue.it
Ci sono viaggi che non si compiono con le valigie, ma con lo sguardo rivolto sotto i nostri piedi.
In Sicilia, basta poco per sentire il respiro del passato: una breccia nel terreno, una lama di luce che si infila tra le pietre, e all’improvviso ci si ritrova davanti a secoli di storia compressi in una manciata di metri quadrati.
Nessuno si aspetta che sotto le rotaie o vicino a un cantiere si possa celare un mondo sepolto. Eppure, è proprio lì che la Storia – quella vera, fatta di ossa, oggetti quotidiani e silenzi antichi – si mostra nella sua forma più autentica.
Il suolo siciliano, in particolare, è come una biblioteca sotterranea: ogni scavo è una pagina che si volta, ogni scoperta una frase rimasta a lungo in attesa di essere letta. Laddove si pensava di costruire solo infrastrutture moderne, riaffiora invece il volto eterno dell’isola.
E così, il futuro si costruisce mentre il passato riaffiora. Non è una contraddizione, ma un’armonia rara. Quando tecnologia e archeologia si incrociano, il risultato può essere sorprendente, perfino commovente.
Tra cantieri e meraviglie
Durante il raddoppio della tratta ferroviaria “Fiumetorto-Ogliastrillo” della linea Palermo-Messina, un intervento condotto da Rete Ferroviaria Italiana con il supporto di Italferr, è stato riportato alla luce un sito archeologico che ha lasciato senza parole studiosi e appassionati. Secondo quanto riportato da Balarm.it il 10 giugno 2025, si tratta della necropoli greca più vasta mai rinvenuta in Sicilia, con oltre 10.000 sepolture scoperte tra il 2008 e il 2011.
La portata della scoperta non riguarda solo il numero dei reperti – tra cui corredi funerari, armi, resti di cavalli e soldati – ma anche la qualità della testimonianza storica offerta. Le necropoli tracciavano i margini della città antica di Himera, fondata nel 648 a.C., raccontando guerre, drammi familiari, infanzie interrotte e la grande tragedia del 409 a.C., quando la città fu annientata dai Cartaginesi.
La città sepolta che racconta
Le tombe emergono dalla Piana di Buonfornello, dove sorge la necropoli occidentale, oggi considerata la più documentata dell’intera area. Qui, la terra ha restituito tracce di un’umanità ferita e valorosa: soldati greci caduti in battaglia, cavalli da guerra seppelliti accanto ai loro cavalieri, bambini e madri che abitavano una città ormai silente.
Accanto a questa si estende la necropoli orientale, sulla Piana di Pestavecchia, oltre il Fiume Imera, con oltre 3000 sepolture risalenti ai primi decenni della fondazione. Questi luoghi non parlano solo della morte, ma della vita stessa: come si combatteva, come si pregava, cosa si mangiava, cosa si lasciava in eredità a chi restava.