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Napoli, scoperta archeologica sensazionale | Hanno ritrovato un corpo intatto in una tomba dopo 2000 anni

Affresco della tomba del Cerbero (Proloco Giugliano - Rai - youtube screenshot) - www.buildingcue.it

Affresco della tomba del Cerbero (Proloco Giugliano - Rai - youtube screenshot) - www.buildingcue.it

A Giugliano, nel napoletano, un ritrovamento archeologico sta lasciando tutti di stucco: ecco cosa è stato scoperto. 

A volte la storia si nasconde proprio sotto i nostri piedi. E quando decide di tornare a galla, lo fa in modi che nessuno si aspetterebbe. Scavare nel passato non è solo questione di reperti, ma è come aprire uno spiraglio su vite vissute migliaia di anni fa. C’è qualcosa di incredibilmente potente nell’immaginare che una civiltà, un gesto, un rituale antico possano ancora raccontarci qualcosa oggi.

La Campania è un vero giacimento di storie sepolte. Non è una novità. Ogni tanto riemerge qualcosa: un affresco, un mosaico, una necropoli. Ma ci sono ritrovamenti che, per qualche motivo, colpiscono più di altri. Sarà per la loro eccezionalità o perché toccano corde profonde, non lo so. Fatto sta che quando si riapre una tomba rimasta chiusa per secoli, l’effetto è sempre un po’… da brividi.

E non parliamo solo di resti umani, ovviamente. Le tombe, soprattutto quelle ben conservate, sono un tesoro di informazioni. Come venivano onorati i morti? Che oggetti li accompagnavano? E soprattutto, cosa ci dice tutto questo su chi erano e su come vivevano? Ogni dettaglio — anche il più piccolo — può fare la differenza, anche una ciotola o un frammento di tessuto.

Poi ci sono quelle scoperte che lasciano letteralmente a bocca aperta. Non tanto per il cosa, ma per il come. Quando qualcosa si conserva in condizioni quasi perfette dopo duemila anni… beh, lì si esce dal normale e si entra nell’incredibile. Il valore scientifico di ritrovamenti del genere è enorme, e ogni laboratorio diventa un pezzo del puzzle.

Una scoperta incredibile nel ventre di Napoli

È successo a Giugliano, nell’area nord-ovest di Napoli, come riporta anche ElleDecor. Un’équipe guidata da Simona Formola ha finalmente aperto un sarcofago sigillato da venti secoli, dentro quella che chiamano Tomba di Cerbero. Avevano già sbirciato all’interno con una microcamera, ma stavolta sono entrati davvero. E… niente, non si aspettavano minimamente quello che hanno trovato.

Dentro c’era un corpo. Ma non uno scheletro qualsiasi: una persona stesa a faccia in su, ancora avvolta nel suo sudario, con intorno oggetti rituali, vasetti pieni di unguenti e strumenti usati per la pulizia del corpo. Ah, e il tessuto del sudario era ancora lì — mineralizzato, d’accordo, ma intatto abbastanza da poterlo studiare. Praticamente, una capsula del tempo. O meglio, una tomba che è diventata un archivio. Ma di chi era questo corpo?

Esempio di mummia umana (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Esempio di mummia umana (Depositphotos foto) – www.buildingcue.it

 

Cosa ci racconta questa tomba di 2.000 anni fa

Secondo Marian Nuzzo, soprintendente del Ministero della Cultura, la scoperta offre uno sguardo completamente nuovo sulla Napoli antica e la sua stratificazione sociale. Il corpo ritrovato potrebbe essere stato un personaggio di rilievo, forse addirittura il fondatore del mausoleo in cui è stato sepolto. Ora si stanno analizzando frammenti di tessuto, polline, tracce di unguenti a base di Chenopodium e assenzio. Ah, sì — anche il DNA del defunto è oggetto di studio.

Questi dati, messi insieme, potrebbero chiarire non solo le tecniche funerarie del tempo, ma anche dettagli più profondi sulla vita quotidiana e le gerarchie sociali dell’epoca. Per ora, gli studiosi hanno solo scalfito la superficie. Ma sembra proprio che questa tomba, chiusa per secoli, abbia ancora moltissime cose da dire.