NASPI, milioni di italiani lasciati senza reddito | L’INPS non ne vuole più sapere: non la paga più a nessuno

Negata la Naspi! (canva.com) -www.buildingcue.it
Nel 2025 si modifica una regola fondamentale per accedere alla NASpI: ecco cosa non sarà più ammesso e le alternative rimarranno disponibili.
Con tutte le riforme costantemente discusse, alcune, pur riguardando normative già in vigore, riescono a cambiare profondamente il comportamento di tante persone.
La questione della NASpI, ovvero l’indennità di disoccupazione attribuita dall’INPS a chi perde il lavoro in modo involontario, rientra sicuramente in questa seconda categoria.
Sebbene le norme generali non subiscano cambiamenti sostanziali, una modifica che ha l’apparenza di essere tecnica, introdotta nel 2025, potrebbe marcare un punto di svolta per l’accesso a questa prestazione.
Questa mossa dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale risponde nei riguardi di coloro che tentano di eludere le regole per ottenere un beneficio che in realtà non spettabile.
Le regole attuali
Come noto, la NASPI viene concessa in caso di licenziamento, risoluzione consensuale in situazioni specifiche o dimissioni per giusta causa, offrendo supporto economico per un periodo massimo di due anni. Tuttavia, molti lavoratori, soprattutto negli ultimi tempi, avevano scoperto una “strada alternativa” che consentiva loro di ricevere l’indennità anche in caso di dimissioni volontarie, che normalmente non avrebbero diritto a ricevere. Secondo Ot11Ot2, il dipendente si dimette senza seguire la procedura online prevista, facendo apparire l’interruzione del rapporto in modo irregolare. Subito dopo, viene assunto da un altro datore di lavoro “complice” e, dopo pochi giorni, viene nuovamente licenziato durante il periodo di prova. In apparenza tutto risulta in regola, e l’INPS eroga la NASpI.
Questo comportamento rappresenta un chiaro abuso del sistema. Ebbene, secondo la nuova norma stabilita dal comma 171 della legge di Bilancio, la quale modifica l’articolo 3 del decreto legislativo n. 22/2015, l’INPS è ora in grado di riconoscere e fermare situazioni “artificiose” che rientrano nei licenziamenti fittizi, negando l’accesso al sussidio anche se formalmente i requisiti sembrano essere rispettati, realizzando così un intervento mirato contro comportamenti considerati elusivi.
Le nuove regole del gioco
Questa nuova interpretazione, come possiamo evincere, rivoluziona le regole del gioco: chi fino a ieri pensava di poter ottenere il sussidio tramite una seconda assunzione fittizia ora rischia di rimanere a mani vuote (e meno male!). La soluzione più sicura continua a essere quella di terminare consensualmente il rapporto di lavoro, atto che preserva l’accesso alla NASpI senza danneggiare nessuna delle due parti: il lavoratore riceve l’indennità, mentre il datore evita costi aggiuntivi e sanzioni.
Si tratta di un messaggio chiaro da parte dell’INPS e delle istituzioni: il sistema deve essere utilizzato in modo corretto, e le scorciatoie non saranno più tollerate. Il 2025 segna, in conclusione, una netta distinzione tra ciò che era possibile e quanto non sarà più consentito. Per molti “lavoratori” sarà forse il caso di rivedere strategie e aspettative.