Olio, gli scaffali dei supermercati nascondono seri rischi | Queste marche non tenerle proprio in considerazione: sono le più scadenti e rischiose in giro

Comprare olio, ecco come fare per non sbagliare (Canva Foto) - www.buildingcue.it
Nella vita quotidiana, ci sono gesti che ripetiamo con naturalezza, senza porci troppe domande. Gesti come fare la spesa.
Entriamo al supermercato, scegliamo con sicurezza ciò che ci sembra familiare e lo mettiamo nel carrello. Ma cosa succederebbe se cominciassimo a osservare con più attenzione ogni etichetta, ogni dettaglio nascosto dietro un packaging accattivante?
La fiducia è una moneta preziosa quando si parla di ciò che portiamo in tavola. Spesso ci affidiamo alla reputazione di un marchio o all’aspetto esteriore di un prodotto, convinti di fare una scelta sicura. Eppure, anche il consumatore più attento può essere tratto in inganno da strategie di marketing ben studiate e diciture poco trasparenti.
In un mercato dove l’offerta sembra infinita, distinguere tra qualità autentica e apparenza può diventare una vera sfida. Ecco perché è importante fermarsi, informarsi e imparare a leggere tra le righe. Alcuni prodotti, infatti, nascondono molto più di quanto mostrano, e non sempre la scelta più economica è anche la più vantaggiosa.
Tutelare la propria salute parte da gesti semplici, come fare attenzione a ciò che si acquista. Una maggiore consapevolezza può tradursi in benefici tangibili per il nostro benessere, e fare la differenza tra un acquisto frettoloso e una scelta davvero pensata.
Attenzione a cosa finisce nel carrello
Secondo Gatto News (5 maggio 2025), sono numerose le confezioni che si presentano come “olio extravergine d’oliva”, ma che in realtà contengono miscele di origine non sempre chiara. Alcuni marchi, infatti, mescolano oli provenienti da Paesi diversi – come Grecia, Spagna o Tunisia – pur presentandosi come prodotti italiani. Questo tipo di etichettatura può risultare fuorviante per il consumatore, che crede di acquistare un prodotto genuino quando così non è.
Inoltre, sono stati segnalati casi in cui gli oli sono raffinati con procedimenti chimici, riducendo drasticamente le proprietà nutrizionali del prodotto finale. A volte, il prezzo basso nasconde una qualità inferiore e persino difetti organolettici, come sapori alterati o rancidi, causati da conservazione inadeguata o lavorazioni scadenti. Tutto ciò mette a rischio non solo la bontà del prodotto, ma anche i benefici per la salute.
Scegliere bene non è difficile
Per orientarsi meglio, il consiglio è partire da elementi concreti: la data di raccolta (e non solo la scadenza) è un primo indizio di freschezza. Anche il contenitore fa la sua parte: le bottiglie in vetro scuro, ad esempio, aiutano a proteggere il contenuto dalla luce, preservandone le caratteristiche nutrizionali. Dettagli come questi possono fare la differenza tra un olio mediocre e uno di alta qualità.
Prestare attenzione alla presenza di certificazioni DOP o IGP è un altro passo fondamentale: queste garantiscono una filiera controllata e standard produttivi elevati. Se possibile, è utile scegliere oli biologici e cogliere l’opportunità di partecipare a degustazioni nei negozi specializzati: scoprire il sapore autentico di un buon olio può trasformarsi in un vero piacere, oltre che in una scelta consapevole.