La prima autostrada al mondo? È italiana e ha 101 anni

Illustrazione di un'autostrada (Pixabay FOTO) - www.buildingcue.it
Le autostrade ormai sono ovunque, eppure un secolo fa non esistevano. La prima venne costruita proprio in Italia.
Cento anni fa, quando in Italia l’auto era ancora roba da pochi e le strade sembravano più mulattiere che percorsi asfaltati, qualcuno pensò: “E se costruissimo una via solo per le automobili?”. No carri, niente biciclette, zero pedoni. Solo auto. Sembra banale oggi, ma all’epoca fu un’idea rivoluzionaria. E quell’idea prese forma il 21 settembre 1924, con l’inaugurazione del primo tratto dell’autostrada Milano-Varese, lungo circa 85 chilometri, fatto apposta per viaggiare in modo veloce.
A tagliare il nastro fu niente meno che Re Vittorio Emanuele III, a bordo di una Lancia Trikappa fiammante, insieme all’ingegner Pietro Puricelli, il vero cervello (e cuore) dietro tutto. Un’opera titanica per quei tempi, voluta da un imprenditore milanese con la testa nel futuro e i piedi ben piantati nell’asfalto. La sua visione? Una “via per sole automobili” dove si pagava il pedaggio per mantenere l’infrastruttura. Un concetto moderno, ma pensato in un’Italia dove circolavano meno di 90.000 veicoli. Sì, in tutto il Paese.
Già nel 1921, Puricelli aveva fondato la Società Anonima Autostrade, convinto che la mobilità privata avrebbe cambiato il volto dell’Italia. E c’aveva visto lungo: l’autostrada dei Laghi, come sarebbe poi stata chiamata, è oggi riconosciuta da molti, anche dal V Congresso Mondiale della Strada tenutosi a Milano nel 1926, come la prima autostrada “vera” al mondo, perché fu pensata da subito solo per auto, per andare da un punto A a un punto B nel modo più rapido e diretto possibile.
E nonostante all’epoca il traffico fosse minimo, il progetto fu una scommessa. Riuscita. Più di 4.000 operai lavorarono giorno e notte per costruire un tracciato rettilineo, con pendenze dolci e un fondo stradale in cemento. Insomma, un’autostrada nel vero senso del termine, costruita quando ancora non c’erano… auto.
Come nasce un’autostrada senza automobili
Nel 1924, l’auto in Italia era ancora un sogno per pochi. Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera, c’erano appena 84.685 veicoli a motore: circa un’auto ogni 600 persone. Eppure Puricelli ci credeva. Vedeva già un’Italia motorizzata, con famiglie che viaggiano su strade moderne e sicure. Aveva intuito che serviva un’infrastruttura nuova, diversa da quella pensata per carri e cavalli. Così, con una visionaria testardaggine tutta lombarda, mise insieme i fondi (circa 90 milioni di lire, che oggi sarebbero 83 milioni di euro), convinse i politici, e si mise al lavoro.
La costruzione fu rapida: 15 mesi in tutto. E l’organizzazione era di quelle toste, da cantiere industriale. Gli operai lavoravano su turni, giorno e notte, con macchinari che per l’epoca erano avanguardia pura. E c’erano pure orari di apertura: la Milano-Varese era attiva dalle 6 del mattino all’1 di notte. Il pedaggio? Si pagava nelle aree di sosta obbligatorie. Un sistema che oggi ci sembra “preistorico”, ma che all’epoca era il massimo dell’efficienza.
L’autostrada che ha cambiato l’Italia (e il mondo)
Quello che rende unica la Milano-Varese, rispetto ad altri esperimenti simili in America o Germania, è proprio il suo scopo. Non fu costruita per “andare a fare un giro” o per testare auto da corsa. No. Era pensata per connettere due città, per accorciare le distanze, per velocizzare il commercio e gli spostamenti. Fu l’inizio di tutto. E non a caso oggi quell’asse è ancora uno dei più trafficati d’Italia.
E poi c’è qualcosa di affascinante nel pensare che tutto è cominciato lì, tra le campagne di Lainate e Gallarate. Che l’Italia moderna, quella dei viaggi su quattro ruote, è partita da una scommessa folle, dal sogno di un uomo che immaginava un futuro fatto di strade dritte, macchine in corsa e libertà di movimento.